Generativi di tutto il mondo, unitevi!

video 4 luglio “GENERATIVI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI!”

“Il titolo del Meeting, ‘Nacque il tuo nome da ciò che fissavi’, è il motivo per cui 12 anni fa sono uscito dalla multinazionale in cui lavoravo per diventare imprenditore”. Così Stefano Sala racconta al pubblico della seconda serata del Premeeting di Loano la decisione di fondare un’azienda, che “è un modo originale per rispondere ad un bisogno”.

“All’inizio – continua Sala – mia moglie non capiva perché lasciare il certo per l’incerto, ma a volte c’è un incerto che corrisponde più del certo. È qualcosa che ti corrisponde al punto che, se non la segui, rischi di perderti il meglio”.

Ripensando all’inizio della propria attività, Sala spiega che la molla è stata “il desiderio di cambiare il mondo attraverso un piccolo particolare. È lo scopo che determina il valore di quello che stai facendo adesso. Ho fondato la mia azienda perché il mondo sia un po’ più secondo bellezza, secondo ciò di cui siamo fatti. Se uno ha questa chiarezza del lavoro può compiere un sacrifico, altrimenti desiste al primo ostacolo. Dipende da ciò che fissi”.

Partendo da questa narrazione, Mauro Magatti, docente di sociologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, approfondisce la tematica della libertà, che “nasce dalla dissidenza; passa attraverso il secondo movimento, quello del desiderio, che spinge a mettersi in cammino; giunge al terzo, che è il mettere al mondo”.

“La filosofa ebrea Anna Harendt – prosegue Magatti – dice che, in quanto nato, ogni essere umano è chiamato a mettere al mondo qualcosa che prima di lui non esisteva. Non è vero che siamo più liberi quante più scelte abbiamo, perché una scelta comporta il blocco di altre scelte. Oggi molti giovani non si sposano più. Volendo essere libero uno non riesce nemmeno più a fare una scelta: è un paradosso. La responsabilità è l’unico modo in cui la libertà non implode in se stessa, altrimenti non avrebbe senso”.

“L’atto più alto di Dio creatore – afferma Magatti – è quando mette al mondo un essere come Lui che, in quanto libero, è capace di continuare la creazione.
L’atto più libero non è il mettere al mondo cose, ma altri, cioè far circolare la libertà. Oggi dobbiamo passare dal paradigma della produzione a quello della generazione; comprendere che tutto quello che facciamo in ultima istanza ha come scopo il passaggio della libertà”.

Questo è esemplificato da Sala con un racconto tratto dalla sua esperienza: “In azienda la vera possibilità di crescita è legata alla capacità di generare soggetti che sappiano star di fronte alla realtà come faccio io, o anche meglio. Il lavoro viene fatto bene solo se uno capisce il nesso tra cose da fare e lo scopo finale, il tutto. Perché l’azienda cresca il mio compito principale non è fare le cose ma far vedere a tutti la grandezza e la dignità di quello che stanno facendo, che è in relazione a ciò che fissi”.

Riprendendo quanto aveva detto prima sulla difficoltà di scegliere, il moderatore Paolo Desalvo, presidente dell’associazione culturale Cara Beltà, chiede al professor Magatti una spiegazione del perché l’uomo contemporaneo ha così paura, ed il docente si focalizza sulla “differenza tra produzione generazione, che è l’ossessione del controllo. Gli altri non fanno mai quello che vorremmo e questo è un momento storico in cui l’idea di libertà individualistica rischia di collassare, perché gli altri sono diventati un problema. La libertà è una relazione, e la relazione con delle persone è fondata sul fatto che qualcosa sfugge. La generazione, il rapporto tra di noi, porta c

on sé il rischio della perdita, sennò non c’è libertà.
Il desiderio di Dio Padre è che ogni sua creatura possa esprimere pienamente la vita che ha ricevuto nella pluralità delle sue forme”.

Alla domanda di Desalvo su come i due intervistati vivano il rischio e la libertà nelle proprie famiglie, Sala risponde che “facendo un passo indietro per voler bene a uno diverso da te, riacquisti il centuplo”, mentre Magatti sottolinea che “la famiglia può essere la prima scuola di umanità, perché l’altro è una provocazione continua”.

In contemporanea all’incontro con Magatti e Sala, si è svolto nell’Area Eventi esterna affacciata sul porto il concerto dell’Accademia Finalese del Rock, diretta dal maestro Fabio Tessiore. Affluenza ed apprezzamento anche per la mostra su Giovannino Guareschi, con numerose visite guidate fin oltre la mezzanotte.

(testo di Leonardo Cavallo)

QUI il video dell’incontro